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Oscar Formaggi: il trashware

Tecnoteca.it intervista Oscar Formaggi, Componente del Consiglio Direttivo e responsabile del gruppo T.I.C. (Tecnologie dell'Informazione e delle Comunicazioni) di Ingegneria Senza Frontiere – Ferrara

 

L’attuale modello di sviluppo dell’industria informatica sottomette l’uomo alla tecnologia e alle leggi dell’economia: le persone che fanno trashware sono decise a cambiare questa realtà partendo dalla base.

I diversi gruppi che si occupano di trashware in tutta Italia hanno raccolto la sfida del divario digitale, del consumismo tecnologico, dello sfruttamento incontrollato delle risorse quasi esauste del nostro pianeta: si inseriscono nel territorio contattando le amministrazioni locali, le aziende e le scuole, i privati: cercano nuovi collaboratori, svolgono attività di sensibilizzazione: questo è l’impegno quotidiano di chi vuole invertire la rotta.


Cosa si intende per trashware?
Riprendo la definizione dal wiki di Trash!Italia: "il trashware è definibile come il recupero di computer dismessi, il loro ripristino funzionale grazie all'utilizzo del Software Libero - in genere il sistema operativo libero GNU/Linux - ed il loro riutilizzo per scopi di prevalente utilità socio-culturale".

Perchè è importante occuparsi di trashware?
Per capire l'importanza di "fare trashware", cito uno dei fautori più importanti del recupero di materiali informatici dismessi del nostro paese, Manuele Rampazzo: "Facciamo trashware per cambiare il mondo". Sembrerà riduttivo rispondere per slogan, ma questo slogan serve per indicare la necessità e l'urgenza di un'inversione di tendenza rispetto al modello dominante dello sviluppo e della crescita illimitati.

L'attuale modello di sviluppo è ecologicamente ed eticamente insostenibile: porta con sé, anche all'interno dei paesi ricchi, perdita d'autonomia, alienazione, aumento delle disuguaglianze e dell'insicurezza. Il trashware non è una ricetta ma semmai un segno, un cartello stradale che indica un nuovo percorso. Un percorso che ci conduce verso un nuovo immaginario, un nuovo orizzonte.In questo nuovo orizzonte ci si chiede: è possibile uno sviluppo sostenibile per l'industria informatica? Noi crediamo di si.

Quanto incide l'innovazione tecnologica sull'ampliamento del fenomeno del trashware?
Molto, penso. Oggi, infatti, lo sviluppo delle tecnologie informatiche è sorprendente per rapidità, continuità ed intensità. E' rapido perché, in poco più di un decennio, si è assistito alla nascita del personal computer, alla sua diffusione e alla creazione di una rete mondiale generata dal collegamento di centinaia di milioni di pc.
La tendenza ad un atteggiamento generale di "consumismo" anche a livello informatico, che è sotto gli occhi di tutti non sembra destinata a rallentare e ha, tra le altre cose, un impatto molto grande sull'ambiente: i prodotti tecnologici richiedono numerose sostanze che vanno estratte dalle viscere della terra, consumano energia e altri materiali mentre sono in uso, e diventano presto rifiuti molto inquinanti. I paesi in via di sviluppo sono i destinatari di enormi quantità di rifiuti high-tech, esportati dai paesi occidentali, che saranno trasformati in condizioni assai rischiose per la salute umana e per l'ambiente, avvelenando terra e acqua.
La sempre più pressante necessità di smaltire queste grandi quantità di computer potrebbe suggerire un proposito a più breve termine: dare all'obsolescenza tecnologica il suo corso naturale e non il frenetico ritmo artificialmente imposto nel corso degli ultimi anni, aumentando il periodo di vita di un apparecchio elettronico: siamo infatti giunti al paradosso di vivere in una società con un forte bisogno di strumenti informatici e di comunicazione che, nello stesso tempo, ne getta grandi quantità nella spazzatura.
Il trashware - “trash” in inglese significa “immondizia”- è una disciplina che cerca di perseguire proprio quest'obiettivo, considerando gli scarti hi-tech non più un rifiuto, ma una nuova risorsa.

Quanto incidono invece l'acquisto non appropriato di materiale informatico e il suo uso scorretto?
Incidono in maniera significativa. In effetti, negli ultimi anni, parallelamente alla rapida crescita dell'industria informatica, è aumentata la cultura del rapido consumo dei suoi prodotti, alimentata da una sorta di duopolio costituito dai produttori di hardware e di software che impongono un'obsolescenza programmata ai dispositivi e ai programmi informatici.

Ad hardware sempre più performanti corrispondono software sempre più complessi e potenti che hanno bisogno di girare su macchine migliori e viceversa: si è generato una sorta di circolo vizioso nel quale l'hardware insegue il software. In tale meccanismo, ogni applicativo è pensato per una determinata macchina e non per le precedenti: si genera, così una specie d'inaccessibilità all'indietro con la quale, per avere accesso alle nuove funzioni di un sistema appena prodotto, si è obbligati a sostituire anche la macchina. In questo sistema, anche utenti con limitate necessità di calcolo si vedono costretti ad acquistare delle macchine assolutamente sovradimensionate, quando invece computer ancora perfettamente funzionanti, anche se non di ultima generazione, vengono dismessi.

Qual'è la provenienza dell'hw dismesso che recuperate?
Allo stato attuale ci stiamo attivando nel recupero di hw dimesso dalla Pubbliche Amministrazioni - il Comune di Ferrara con il progetto RicloPC, l’Università e altri - e dai nostri iscritti. Vorremmo intraprendere inoltre un processo di sensibilizzazione a queste tematiche anche tra i privati.

Riuscite a recuperare tutto il materiale informatico che vi arriva? Quando è irrimediabilmente guasto, cosa ne fate?
Trashware non è “recupero a tutti i costi": se un oggetto è irrimediabilmente guasto, ci si preoccupa di individuare la struttura idonea ad un corretto smaltimento. Generalmente, prima di prendere in consegna il materiale, lo visioniamo e decidiamo se sia o meno possibile recuperarlo.

Quali sono le diverse fasi del vostro lavoro?
Ecco le diverse fasi del nostro lavoro, proposte come manifesto operativo, che abbiamo promosso anche attraverso il nostro sito di Ingegneria Senza Frontiere Ferrara ( http://isf.ing.unife.it)
"1_Individua il o i componenti obsoleti per pc che trovi nei cassetti, in cantina, presso amici. FATTO?!
2_Comunica nella discussione del forum, chi sei e cosa hai trovato da donare a ISF, indicando di cosa si tratta. FATTO?!
3_Portaci il componente il martedì in ufficio. FATTO?!
4_Attendi che si raggruppino i componenti essenziali di un pc: case, alimentatore, scheda madre, processore, scheda video, hard disk, lettore cd, ram, monitor,tastiera. FATTO?!
5_Partecipa all'incontro che ISF fisserà per vedere e partecipare all'assemblaggio del pc. FATTO?!
6_Impara a installare il software libero Linux che verrà installato sul pc autocostruito. FATTO?!
HAI APPENA FATTO TRASHWARE E PROMOSSO IL SOFTWARE LIBERO!! QUESTA SI’ CHE E’ INFORMATICA SOSTENIBILE!!"

Quali sono le nuove destinazioni dell' hardware recuperato?
Le più diverse: varie associazioni di volontariato, per fini di utilità socio-culturale e in relazione ad aiuti ai PVS (Paesi in Via di Sviluppo). Vorremmo anche instaurare un dialogo con il mondo dell'istruzione, per un uso corretto delle risorse informatiche fin dai banchi di scuola.

Quanto può influire il trashware sul superamento del divario digitale?
Uno dei principali obiettivi del trashware è proprio il superamento del divario digitale.
L'intensità dello sviluppo delle tecnologie dell'informazione, infatti, non solo hanno generato ricchezza, ma anche forti disuguaglianze. L'impatto sociale ed economico che le nuove tecnologie hanno sulla vita delle persone e l'enorme importanza che rivestono per lo sviluppo della società, rende ancora più stridente il divario tra paesi ricchi e paesi poveri, vale a dire tra chi ha la possibilità di "usare" lo sviluppo traendone i massimi benefici, e chi invece, a causa di un'arretratezza economica, culturale ed infrastrutturale, rimane tagliato fuori. L'invito a realizzare un'informatica sostenibile, con il quale ho cercato di rispondere alla prima domanda, dovrebbe tradursi in un impegno morale, da parte di quanti si battono per un autentico sviluppo umano, per colmare il "digital divide", il fossato digitale che separa i paesi ricchi da quelli poveri, smantellando le barriere più disparate: l'analfabetismo, la mancanza d'infrastrutture, gli standard tecnologici inadeguati, la carenza di contenuti e una regolamentazione sempre in bilico tra democrazia e censura. Nella consapevolezza che si dovranno elaborare al più presto politiche congiunte per estendere anche ai più poveri i benefici della società dell'informazione.
Ma anche nel nostro cosiddetto "primo mondo" i problemi in tal senso sono presenti e pressanti. Accanto alle persone che si possono permettere soluzioni hardware d'ultima generazione, infatti, si ha tutta una serie di categorie sociali che invece per mancanza d'istruzione – anziani, per esempio - per problemi economici, per problemi legati a barriere culturali - immigrati che hanno difficoltà a reperire software nella propria lingua- per disabilità fisiche, rimangono escluse dal meccanismo per cui ogni software è pensato per determinate macchine e non per le precedenti. In quest'ottica il trashware può essere non la soluzione, ma un'opportunità per il superamento del divario digitale.

Un privato, un'azienda o una pubblica amministrazione desiderano portarvi il loro hardware: cosa devono fare?
Contattarci - i recapiti sono sul nostro sito http://isf.ing.unife.it - preferibilmente per e-mail o tramite il nostro forum e nella zona attorno a Ferrara, interagendo con noi, al fine di trovare la migliore soluzione. Attualmente, non disponendo di molte risorse umane e logistiche ci riserviamo di valutare caso per caso le varie situazioni proposte.

Quali sono gli ostacoli - se esistono - che possono impedire ad un privato, ad un'azienda o ad una PA di donare l'harware dismesso?
Si nota che nella Pubblica Amministrazione gli ostacoli maggiori sono di natura per lo più burocratica: in generale, il lavoro di eliminazione dei dati sensibili dalle macchine recuperate è una delle problematiche che emerge sempre più spesso.