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I mille rivoli di opensource

di Giancarlo Livraghi

Pubblicato da Gandalf

Da due o tre anni il tema della trasparenza e della compatibilità nel software e nella comunicazione online non è più un argomento di cui si occupano solo gli "addetti ai lavori" o poche persone particolarmente impegnate sui temi della qualità e della libertà di dialogo e di informazione. Rimane ancora "marginale" rispetto al gran fracasso su cose assai meno importanti, ma se ne parla occasionalmente anche nei mass media.

E' altrettanto recente, ma continua a svilupparsi, un altro fenomeno interessante: il crescente interesse per le soluzioni opensource da parte delle imprese – compresi grandi protagonisti "storici" come l’Ibm e altri grossi operatori dell’informatica come la recente fusione di Compaq e Hewlett-Packard. C’è anche un ancora sommesso, ma crescente, impegno da parte di governie pubbliche amministrazioni in mezzo mondo (mentre le "autorità" e le grandi imprese italiane continuano a insistere con cieca ostinazione nella direzione sbagliata).

Non si tratta di un “duello” fra due singole soluzioni, né di uno scontro frontale fra due schieramenti omogenei e contrapposti. Non è neppure la rivoluzione di un “nuovo” (le soluzioni aperte e in particolare Linux) contro un “vecchio regime” (i sistemi chiusi e in particolare il monopolio Microsoft). Non è un’insurrezione di romantici sognatori, ma un sistema concreto di soluzioni pratiche e funzionali.

La situazione è intricata e complessa. Con un’infinità di fatti ed evoluzioni che, almeno finora, non danno luogo a un quadro organizzato o coerente. Più che una guerra sembra una guerriglia, in cui il corpaccione degenerato e infetto dei sistemi purtroppo più diffusi è attaccato e intaccato su mille fronti da una varietà di soluzioni e situazioni diverse, più o meno “piccole” ma accomunate da una maggiore apertura, trasparenza e compatibilità – e dalla loro capacità biologica di “co-evolvere”, di verificarsi e migliorarsi a vicenda.

Accade spesso, nella storia delle cose umane, che l’evoluzione e l’innovazione avvengano in questo modo. Senza un disegno ordinato e programmato, ma per una più o meno spontanea, darwiniana evoluzione di un’infinità di fenomeni apparentemente diversi – in cui cose nuove si mescolano ad altre che nuove non sono, ma sembravano spente o dimenticate.

Queste evoluzioni ci sono, per fortuna, anche in Italia. Ma ancor più che altrove sono disperse in un’infinità di iniziative – spesso solide ed efficienti, ma trascurate e ignorate, anzi spesso ostacolate, dalla “cultura dominante” (politica, amministrativa, delle grandi imprese, dell’informazione e della formazione). Invece la libertà, l’apertura e la compatibilità dovrebbero essere coltivate e incoraggiate con particolare attenzione proprio da noi. Sul fronte delle grandi concentrazioni e dei sistemi chiusi la partita è persa – non abbiamo alcuna possibilità di competere. In un quadro più libero, aperto e molteplice la prepotenza della “massa d’urto” è meno efficace, c’è molto più spazio per l’ingegno, la fantasia, la flessibilità. Dove c’è vera libertà e apertura di comunicazione le occasioni sono straordinariamente più ricche per l’Europa – e in particolare per l’Italia.

L’importante è capire che il concetto di compatibilità e di soluzioni aperte non riguarda solo la disponibilità del “codice sorgente” nel software (cioè open source) ma più estesamente ogni sorta di applicazioni e risorse, compresi i “protocolli” su cui si basa l’internet e i “linguaggi” con cui si organizza la comunicazione online. Queste soluzioni, fin dalle origini, sono nate “aperte” e sostanzialmente lo sono ancora oggi. Solo con una piena compatibilità e apertura è possibile un buon funzionamento dell’internet. Ogni tentativo di rinchiuderla, costringerla o deformare i sistemi rendendoli meno compatibili va contro la natura intrinseca della rete. Presto o tardi finisce col ritorcersi contro chi adotta quelle impostazioni sbagliate.

La libertà e l’apertura non sono solo esigenze fondamentali della cultura umana e della società civile. Sono anche un vantaggio per il business. Le soluzioni aperte non sono soltanto più gestibili e meno costose. Sono anche molto più affidabili ed efficienti.

Chi si chiude, o si lascia rinchiudere, in sistemi o linguaggi condizionati e incompatibili alla fine si troverà a parlare solo con se stesso – e a soffocare nei miasmi di un ambiente privo di scambio, d’aria e di respiro. Le ingombranti e onanistiche “decorazioni” di cui ha riempito le sue isolate proprietà non avranno più valore dei graffiti sui muri di una prigione.


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